lunedì 27 agosto 2007

EUROPA, POLITICA, RELIGIONE. IO STO CON BENEDETTO...

In un momento così delicato come quello attuale, nel quale la politica internazionale è incentrata alla lotta al terrorismo ed al fondamentalismo, e quella italiana a disquisire su quale nome dare alla riforma dei diritti delle coppie di fatto ed agli omosessuali, è del tutto normale che gli animi si surriscaldano e le posizioni diventano inconciliabili, il dialogo impossibile, e si accentuano le diversità.
Così capita che anche all’interno di un modesto Consiglio di Quartiere si inneschi un dibattito epistolare fra “colleghi”, fatto di mail ed opinioni che si sbilanciano fra il sacro e la diversità politica…
Mesi fa in occasione del Family Day, la manifestazione nazionale a Roma in difesa della Famiglia tradizionale tenutasi nel maggio scorso, un Consigliere dei DS ha lanciato una riflessione a quanti di area cattolica intendevano appoggiare anche solo idealmente lo scopo della manifestazione; una considerazione sull’impegno irrituale della Chiesa nell’affrontare temi giudicati squisitamente politici, la colpevolizzazione delle persone considerate “diverse” per via della loro sessualità che divengono vittime della società, la difesa della laicità dello Stato.
Inutile dire che affrontare un argomento simile per la sua delicatezza e complessità, si rischia di coinvolgere anche e soprattutto temi di natura più religiosa e spirituale che politica, nonché di interesse nazionale ed internazionale quali appunto il terrorismo ed il fondamentalismo islamico…
Come allora rispondere ad una visione fin troppo laica dello Stato? Come spiegare che certi temi che appaiono religiosi e spirituali coinvolgono anche la vita politica di una Nazione? Come fare capire che la vita quotidiana è costituita da cose imprescindibili ed inalienabili, che nessuna formazione politica può modificare a proprio piacimento, uso e consumo per fini di equilibri interni od ideologici?
In uno Stato laico come l’Italia (e questo è un dato di fatto, altrimenti non avremmo un Capo dello Stato di nome Giorgio Napolitano, ma Benedetto XVI), che è palesemente e naturalmente non fondamentalista, è ovvio che ogni opinione della Chiesa in merito a quanto i governanti propongono può essere visto come un'ingerenza negli interessi dello Stato stesso; così come è stata giudicata la Chiesa in materia di divorzio, ora la si giudica per i Dico...
Come dare quindi torto alla Chiesa se interviene quando lo Stato laico legifera su materie che non sono solo laiche, ma "toccano" principi e valori religiosi, quali appunto matrimonio e famiglia?
E non penso che la "paura" della Chiesa si limiti alla legittimazione dell'incesto e della pedofilia: sfido qualsiasi governo, di qualsiasi colore, anche il più anarchico, a legittimare incesto e pedofilia!!
Penso piuttosto che l’intenzione della Chiesa sia quella di difendere il proprio interesse religioso e la propria identità, da un mondo e da una società in evoluzione che si sta affermando, nella quale i valori cristiani e della morale si stanno sempre più affievolendo in favore di un’espansione del materialismo e dell’individualismo.
Pur essendo legato alla Chiesa per tradizione di Famiglia, riconosco che negli anni passati spesso ha espresso giudizi sulla vita politica italiana, procurandomi una certa irritazione: per esempio ai tempi del “pentapartito” c’era l’abitudine da parte della C.E.I. di esprimere l’identikit del Presidente del Consiglio ideale…
Ma, come ho detto prima, il limite di confine fra legiferazione dello Stato e tematiche religiose molto spesso coincide, quindi anche se non condivido, posso comprendere l’atteggiamento della Chiesa.
Così come posso comprendere le prese di posizione e la considerazione non troppo tenera e benevola nei confronti di chi si dichiara omosessuale, ben sapendo che anche all’interno della Chiesa stessa sono stati dimostrati (od ipotizzati) molteplici casi di pedofilia, omosessualità, depravazione, violenze… Eppure la Chiesa “religiosa” perdona e considera comunque fratelli anche chi si macchia di tali reati, sacerdoti e non; mentre la Chiesa “istituzione” condanna con fermezza.
Da cittadino di uno Stato laico, ho la certezza che nessuno ha mai asserito che le persone omosessuali debbano vergognarsi del loro essere, o peggio ancora, restare nascoste nell’ombra…così come le forze politiche nazionali non intendono negare a queste persone, quanto alle coppie di fatto eterosessuali, alcun diritto: basta semplicemente fare qualche modifica alle leggi vigenti per colmare le lacune, e non creare disegni di legge che andrebbero a complicare tutto il quadro normativo; l’impressione infatti è che veramente si voglia arrivare ad altri scopi…e se non erro l’art.6 dei Dico potrebbe essere una valida “scappatoia” per regolarizzare persone che non ne hanno alcun diritto.
Personalmente non considero gay e lesbiche come anormali o vittime della società, anzi, per quanto mi riguarda, ciascuna persona nel privato è libera di amare, vivere assieme e fare sesso con chi vuole e come vuole…
Vedo piuttosto una certa forma di auto-emarginazione, di auto-ghettizzazione e di vittimismo non necessario: mi riferisco al comportamento che hanno molti gay nel considerarsi e rendersi vittime della società, accusando la stessa società di non capire, per poi ostentare senza pudori la propria condizione sessuale.
Per intenderci e per non essere frainteso: mi provoca tanto fastidio vedere due uomini o due donne che si baciano e scambiano effusioni in pubblico, quanto vedere fare la stessa cosa da un uomo e una donna!
A forza di considerarsi e dire di essere “diversi”, si corre il rischio di esserlo per davvero; mi auguro che la maggior parte degli omosessuali sia più intelligente di quelli che partecipano ai vari gay-pride… Platinette per esempio, ha fatto della sua “diversità” un punto di forza: poi può piacere o meno come personaggio ed opinionista, sicuramente incarna molto folklore, ma è certamente rispettabile come persona.
Pertanto, nulla osta a che coppie omosessuali vivano assieme; ma prima di chiamarle Famiglie “metterei il piede sul freno”.
Cosa è allora la Famiglia? È quella forma di vita che ha come scopo fondamentale quello di generare altra vita, così per gli uomini quanto per gli animali. E la Natura (non parliamo di Dio o della scienza), impone che a dare continuità al ciclo della vita siano esseri viventi di sesso opposto.
Poi è vero che in Natura esistono anche persone che purtroppo sono sterili e non possono procreare, ma questo è un altro problema del tutto diverso…
La sinistra sentenzia inoltre l’arretratezza dell’Italia nei confronti dell’Europa, nel solito tono disfattista: col tempo si sostiene che diverremo anche noi come tutti gli altri Stati europei, ma evidentemente l’Italia rimane il terreno di scontro ideologico mentre gli altri Paesi prendono atto della società che cambia, e varano leggi di civiltà e leggi liberali.
Ritengo invece, ed è evidente, che questa Europa abbia fallito nel suo intento di unità: (caro Romano) è impensabile creare un'Europa unita politicamente ed economicamente, se prima non la si unisce CULTURALMENTE!!!
Si sono mescolate assieme troppe culture diverse, e non si è fatto nulla per creare comprensioni ed integrazioni reciproche.
Dovremmo quindi sperare di diventare anche noi come gli altri Stati europei? No grazie, l'Italia ha molto da insegnare all'Europa ed agli europei…prima però deve essere capace di liberarsi di quei tanti mali sociali che l'affliggono, e riscoprire in pieno i VALORI fondamentali per la società civile.
Ecco che ancora secondo il ragionamento della sinistra dovremmo confrontarci con la difesa di alcuni principi e diritti messi a rischio dal fondamentalismo e dall’integralismo religioso, indicando la questione centrale nel rapporto fra Fede (questione personale e privata) e le regole di una convivenza comune (questione della sfera pubblica).
Quando infatti una delle due invade l’altra ci sono dei problemi grossi che riguardano il rapporto fra lo Stato repubblicano e tutte le religioni, non solo quella Cattolica… La società risulta quindi essere più avanti rispetto alle leggi attuali in questa materia; per questo motivo deve instaurarsi un’idea di società dove i diritti ed i doveri sono riservati anche a chi ha convinzioni, abitudini e sensibilità differenti dalle nostre.
Più che giusto, diciamo noi a Destra; a condizione però che rispetto, diritti e doveri siano reciproci: noi rispettiamo ma dobbiamo anche essere rispettati; noi riconosciamo diritti e doveri ma pretendiamo che si osservino tali diritti e tali doveri…
È quindi vero che vengono a formarsi problemi gravi nel momento in cui questioni religiose si sovrappongono a questioni pubbliche; e questo riguarda tutte le religioni, con esempi ben recenti ed attuali.
Mi riferisco alle tante proteste da parte delle varie comunità islamiche in merito alla richiesta di togliere il crocefisso dalle scuole... Secondo questo ragionamento lo si dovrebbe anche eliminare dalle aule giudiziarie e da tutti gli uffici pubblici; e che dire della scritta "In God we Trust" esistente sui dollari? Figuriamoci se gli Stati Uniti d’America cambiano i suoi storici dollari!!!
Ma restiamo a casa nostra: come definire la richiesta più che mai insensata, di parte islamica e di natura religiosa-coranica, di apporre sulla carta di identità la foto delle donne con tanto di velo?
Certamente la società in cui oggi ci troviamo a vivere "corre" più veloce delle leggi che riesce ad emanare, e lo vediamo in tutti i settori, da quello tecnologico, all'istruzione, al mondo del lavoro, alla finanza...ciò però non deve impedire che i VALORI fondanti della società siano cancellati, o distorti, o trasformati per una finta solidarietà di comodo più politico-propagandistica che altro.
Forse molti non se ne sono ancora accorti, soprattutto a sinistra, ma siamo già invasi dal mondo islamico: un mondo che fa molta fatica a dialogare con noi, e non perché siamo sordi alla loro voce; semplicemente perché mentre noi consideriamo regole di vita e Fede religiosa due cose distinte, l’Islam le considera la stessa cosa, basando quindi la vita civile e politica sul fondamentalismo religioso. Come aprire tavoli di pace e di discussione con queste persone?
Ecco perché è vero che dobbiamo difendere principi e diritti messi a rischio dal fondamentalismo e dall’integralismo religioso; ma quale pericolo e rischio fondamentalista e deriva integralista incarna la Chiesa Cattolica?
In questo periodo di tensione internazionale, dove i veri potenziali terroristi non sono gli islamici che vivono in Oriente ma quelli che vivono già da tempo in mezzo a noi, mi sento di dire che “sto con Benedetto XVI”, un Pontefice che ha ereditato da Giovanni Paolo II una religione rinvigorita, da difendere dagli attacchi dell’Islam e del relativismo.
Sia ben chiaro, perché le parole possono essere facilmente travisate: quando dico che i veri potenziali terroristi sono quelli in mezzo a noi, non intendo tutti gli islamici ma quella parte che purtroppo è la predominante, che è e si dichiara fondamentalista e non ammette una piena integrazione, anche religiosa, non rispettando la nostra cultura e tradizione.
Mai pensato che presto potrebbe esserci una forte contrapposizione, fatta non di parole e dialogo come qualcuno utopisticamente si ostina a credere, fra il mondo occidentale e l’Islam? Come ci comporteremo? Da che parte staremo?
Non ritengo infine sbagliato affermare la propria, la nostra certezza religiosa: in fondo la nostra religione è fra quelle che maggiormente si ispirano alla bontà, al perdono, all’aiuto reciproco; e su questo l’ammenda di Papa Giovanni Paolo II ha definitivamente chiuso il capitolo buio della Santa Inquisizione e della Cristianizzazione medioevale.
Dopo tutto, possiamo dire che il primo socialista della Storia fu proprio Gesù il Nazareno….
Quando scomparve l’amato Papa Giovanni Paolo II, tutti dissero che avevamo perso un Pontefice di straordinaria grandezza, e che era assai difficile averne un altro di eguale portata.
Abbiamo avuto invece la fortuna di conoscere due grandi Papi, uno dopo l’altro ed uno che porta avanti il compito dell’altro: se Giovanni Paolo II è stato un grande catalizzatore di masse e soprattutto di giovani, un personaggio mediatico che ha fatto risorgere e ritrovare la Fede e l’amore per la Chiesa, Benedetto XVI usa queste masse raccolte attorno alla Chiesa stessa per rilanciare il Messaggio del Cristianesimo.
L’evento che ha creato un tenace “braccio di ferro” fra Occidente Cristiano e Islam, ovvero la frase pronunciata da Benedetto XVI in Germania mesi fa, che personalmente ritengo giusta e detta appositamente per sollevare una importante questione, ha dimostrato che anche l’attuale Pontefice è di straordinaria grandezza nell’affrontare con risolutezza e determinazione la ‘questione islamica’.
È probabile credere il Papa confidasse in una levata di scudi in sua difesa da parte del mondo politico occidentale; si è invece trovato isolato e solo, eccezion fatta per alcuni politici cattolici italiani…di centrodestra!
La levata di scudi non c’è stata, forse perché i ‘potenti della Terra’ vogliono capire bene a quale fine vuole arrivare il Papa e quale strada intende percorrere; o forse perché ben consapevoli che una frase del genere, se appoggiata in modo forte, avrebbe potuto scatenare realmente una guerra armata fra religioni, ed il mondo occidentale non è ancora pronto a questo, soprattutto con i milioni di musulmani potenziali kamikaze sparsi in tutti gli Stati…
Una situazione grave e tesa, generata da leggi troppo permissiviste e permissive, che emanate nel nome della tolleranza, dell’integrazione e della libertà di culto rischiano di sopraffare culture, tradizioni e religione del mondo occidentale; vengono invece costruite moschee e creati spazi per centri culturali islamici: sia ben chiaro, tutti devono professare e praticare la religione che preferiscono, e così come noi italiani siamo i primi a difendere le nostre tradizioni e la cultura popolare anche quando ci troviamo all’estero, chi è straniero deve avere la possibilità di fare altrettanto in Italia.
Ma togliere il Crocefisso da scuole e luoghi pubblici, tollerare la richiesta che le donne abbiano la foto nei documenti di riconoscimento con il velo sul viso, erogare fondi per attività di cui non si ha alcun controllo e non sentire mai prese di posizione nette contro il terrorismo, rifugiarsi nelle speranze di un’Europa debole, significa arrendersi e sottomettersi davanti ad un “invasore” più reale che potenziale.
Come non essere d’accordo quindi con Papa Benedetto XVI nella difesa del Cristianesimo? Io sto con Benedetto…